Dal Corriere dell’Economia, 3 dicembre 2020
“Per far fronte all’emergenza, attualmente, in base alla normativa in corso, le assemblee delle società si tengono utilizzando sistemi telematici quali, per esempio, zoom e skype. Su cloud non c’è ancora nulla di definito. Siamo in attesa delle decisioni del Consiglio Nazionale del Notariato – afferma il notaio Carraffa – proprio in questi giorni è molto attiva e polemica una discussione all’interno della categoria sulla possibilità di ricevere in modalità telematica e ‘a distanza’ le procure. Questo consentirebbe a chi è chiuso in casa, per positività o quarantena fiduciaria, di poter stipulare tramite procuratore nominato con un atto effettuato in videoconferenza col notaio”.
In ogni caso, ad oggi, salvo che per i verbali di assemblee di società e associazioni, non è possibile stipulare atti notarili in video conferenza. Se sarà possibile in futuro, a parere del notaio Carraffa, ciò dovrà avvenire garantendo la “personalità della prestazione” del notaio e quindi esclusivamente tramite l’uso di strumenti tecnici forniti appositamente dal Consiglio Nazionale del Notariato, atti ad evitare fenomeni distorsivi del mercato delle prestazioni notarili.
La necessità di garantire sicurezza ha portato lo Studio notarile Carraffa a riorganizzare le proprie strutture, affrontando molteplici spese e limitando gli accessi dei clienti al minimo necessario. Il personale si è reso disponibile e lo è sempre, sia personalmente, in maniera ovviamente ridotta, sia in modalità videoconferenza.
Lo studio del Notaio Carraffa, sito a Roma e a Bracciano, oltre che nei rami tradizionalmente propri del settore, si caratterizza per specifiche competenze nel campo del diritto societario, delle espropriazioni per pubblica utilità e, in ambito della cooperazione in genere, nell’area dell’edilizia residenziale pubblica.
“Il settore è in crisi – sottolinea il notaio Carraffa – l’abbandono da parte dello Stato delle tariffe professionali ha causato una estrema concorrenza sui ‘prezzi’, sicuramente a scapito della qualità delle prestazioni. Ciò sta danneggiando in primo luogo i notai di recente nomina, senza una clientela fidelizzata ma anche i clienti, che spesso senza rendersene conto, non riescono ad avere un servizio di alto livello a causa della scelta del notaio effettuata esclusivamente in base al fattore prezzo anziché sul fattore qualità della prestazione.
Il discorso vale per tutte le libere professioni ovviamente. Uno spiraglio è dato dalla legge sull’equo compenso che però stenta a decollare”.
Va sottolineato che, l’attività notarile ha risentito, e tutt’ora risente, della crisi economica del 2009 che si somma a quella attuale conseguente al covid.
“Tutti gli studi notarili, me compreso – conclude il notaio Renato Carraffa – hanno dovuto mettere parte del personale in CIG, cosa a me mai capitata in più di trent’anni di professione. In ogni caso, di fatto, l’attività notarile non si è mai fermata anche se, ovviamente, nel periodo del primo lockdown, si è ridotta notevolmente a causa dell’estrema difficoltà dei clienti nel recarsi presso gli studi. I notai sono comunque rimasti, salvo quelli risultati positivi, ‘sul pezzo’, in quanto pubblici ufficiali ‘obbligati’ a garantire la loro funzione”.